Vivere a fondo e sapersi relazionare con le proprie emozioni e quelle altrui sono abilità fondamentali per il benessere di ogni persona.
La buona notizia è che si tratta di abilità che puoi trasmettere al tuo bambino, fornendogli in questo modo un bagaglio di risorse che potrà sfruttare efficacemente nel corso della sua vita.
"Come posso insegnare a mio figlio a sapersi muovere bene nel campo delle sue emozioni?"
1 Puoi dargli il miglior esempio possibile.
Un contributo rilevante è come dimostri di vivere le emozioni in prima persona. I bambini prendono continuamente spunto dal comportamento degli adulti e soprattutto imitano i genitori, che sono per loro le persone più importanti. Puoi fare molto mostrando a tuo figlio che vivi pienamente le tue emozioni: puoi gioire visibilmente e festeggiare insieme a lui quando ti succede qualcosa di bello, puoi porre attenzione a gestire la tua rabbia in modo che sia contenuta e non distruttiva e a non nascondere la tua tristezza, mostrando anche però che la tristezza per un evento non pervade tutta la tua vita ed è uno stato normale e temporaneo.
2 Puoi parlarne con lui.
I bambini sono delle persone esattamente come gli adulti, pertanto tutte le loro emozioni meritano dignità e rispetto.
Inoltre, sia che ci appaiano positive o negative, le emozioni servono sempre a comunicare qualcosa.
Pertanto è molto utile che tu mantenga costantemente un dialogo con tuo figlio, riguardo alla sua vita quotidiana e alle emozioni che prova, aiutandolo a dar loro un nome e un senso.
3 Puoi dare il giusto nome ad ogni cosa.
Puoi abolire l'ironia quando si parla di emozioni. I bambini non capiscono il doppio livello di significati tipico dell'ironia, colgono però la dissonanza e molto spesso se la spiegano come una critica invece che come uno scherzo.
Per far sì che tuo figlio sia in grado nella vita di gestire bene le proprie emozioni, puoi iniziare fin dalla sua nascita ad "etichettarle" coerentemente, collegando ad ogni evento l'emozione più adatta:
Nel gioco - quando giocate insieme, il tuo viso deve esprimere gioia, non distrazione o noia. Il gioco con lui ed un gran sorriso vanno sempre di pari passo.
Quando trasgredisce ad una regola - il tuo tono deve essere fermo ed il tuo viso serio, per fargli capire l'importanza di quel che gli stai dicendo, senza esprimere aggressività. Quello che vuoi trasmettergli è l'importanza di seguire le regole, l'utilità di saper ascoltare. Pertanto non c'entrano: la rabbia (le urla, le parolacce e le minacce lo confondono e lo sviliscono), l'allegria e quindi le risate ("Quando i miei genitori sono felici, ridono; se la mia disobbedienza li fa ridere, continuo a disobbedire perché così li diverto"), la tristezza (far finta di piangere ti fa perdere autorevolezza e confonde il bambino, associando la tristezza ad una sorta di scherzo invece che sottolineare la rilevanza del momento).
Quando si fa male - per lui è un momento di paura e tristezza, per te è un momento di paura che va ben gestita. In un primo momento infatti è bene non urlare né per rimprovero né per il panico, ma accoglierlo tra le braccia e rassicurarlo sul fatto che ora tutto si sistema. Una volta passato il momento più critico, puoi prendere per mano tuo figlio, portarlo dove si è fatto male e spiegargli con calma cos'è successo e come comportarsi la prossima volta per evitare di ripetere l'incidente.
Quando è triste - è molto importante non ignorarlo né allarmarsi. Se il tuo bambino è triste è bene parlarne con lui, dicendogli che vedi sul suo viso la sua espressione di tristezza e invitandolo a parlarti del motivo, dichiarandoti sempre disponibile per ascoltarlo e aiutarlo, in quel momento o quando si sentirà pronto.
di Ludovica Villani
Psicologa
3703430418
dr.ssa.villaniludovica@gmail.com
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